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Tampon Tax: cosa è e cosa è stato fatto negli anni

05/03/2022

La tampon tax è l’imposta sul valore aggiunto, ovvero l’IVA che grava su assorbenti, tamponi e coppette mestruali e che rientravano tra i beni di lusso e quindi tassati del 22% rispetto al loro prezzo originale.

Perché è stata ritenuta un’imposta ingiusta?

In diversi Paesi, Italia inclusa, esiste un elenco di prodotti ritenuti di prima necessità: quelli indispensabili per poter condurre una vita dignitosa. Tali prodotti sono tassati meno al fine di poter spendere meno per acquistarli e tra essi rientrano alcuni farmaci e prodotti alimentari come il pane il latte, ma non solo.

Fino al 2021 i prodotti igienici femminili erano sottoposti all’aliquota ordinaria del 22 % perché non ritenuti beni di prima necessità. La tampon tax era quindi un’imposta ingiusta: gli assorbenti nel nostro Paese erano tassati con il massimo previsto dal sistema fiscale italiano.

Cosa è successo?

Da tale situazione nacque lo slogan “Il ciclo non è un lusso” adoperato per protestare contro questo sistema di tassazione. Si tratta di una imposta che andava avanti dal 1973, quando fu introdotta per la prima volta con aliquota simile ad altri beni non indispensabili.

Nonostante tutto, la tampon tax è entrata nel dibattito politico solo nel 2016, quando alcuni membri del Parlamento ne proposero la riduzione al 4%, che è l’Iva che viene applicata ai beni di prima necessità. Tale richiesta non è mai stata accolta perché ritenuta troppo onerosa, anche se in altri Paesi europei la riduzione dell’aliquota al 5-6% era già stata approvata (l’Irlanda ha addirittura azzerato l’imposta).

Nel 2019 è stato approvato un emendamento al decreto fiscale ha ridotto l’IVA dal 22 al 5 per cento, esclusivamente per gli assorbenti biodegradabili e compostabili, come se conseguente a mere valutazioni ambientali e di sostenibilità che a eliminare una disparità di genere.

La risoluzione

Con l’approvazione della legge di bilancio venne confermata anche per il 2021 la tampon tax con l’IVA al 22% che grava in particolar modo sulle donne meno abbienti, con possibili conseguenze sulla loro salute sia fisica che psicologica.

Finalmente gli assorbenti femminili sono poi rientrati nella prima legge di Bilancio del Governo Draghi con il taglio dell’Iva al 10%, ed è stato il risultato di diverse forme di attivismo delle donne che si sono battute per far riconoscere gli assorbenti come una necessità e non un lusso.

Se vuoi approfondire l’argomento o hai qualche domanda, contattaci. Il nostro team di professionisti sarà felice di risponderti.

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